La Striscia di Gaza sta vivendo una delle crisi umanitarie più gravi e protratte del nostro tempo. Aspettiamo, in questi giorni, il cessate il fuoco. Speriamo possa trattarsi, una volta per tutte, della fine di un incubo. Restano, comunque, le macerie di una distruzione materiale, di un genocidio dei corpi, di un attacco sistemico alla salute mentale della popolazione palestinese e non solo. Questo intervento esplora le molteplici dimensioni del trauma che colpisce Gaza e che arriva fino a noi: il trauma acuto e continuo legato alla violenza militare, quello storico derivante da decenni di colonizzazione e occupazione, quello transgenerazionale che si trasmette nei corpi e nelle menti, quello collettivo che travalica i confini di Gaza.
A partire da una critica alle risposte biomediche e individualizzanti, si riflette su modelli alternativi di cura e resistenza che tengano conto della collettività, della fede, della solidarietà e del diritto alla dignità psichica e politica. Pensare la salute mentale in Gaza significa pensare la giustizia, la decolonizzazione e il futuro di un intero popolo. Significa, anche, pensare e dare senso all’eco psichica globale che raggiunge soprattutto le nuove generazioni, a tutte le latitudini.
In quest’ottica, è fondamentale interrogarsi su quali progetti concreti di sostegno psicologico, sociale e politico mettere in atto, sia per la popolazione palestinese che vive sotto assedio, sia per chi tra loro riesce a raggiungere l’Italia. Cura e resistenza, dentro e fuori i confini, devono essere pensate come parte di un’unica responsabilità collettiva.
Introduce la Presidente dell’Ordine Enza Zarcone; modera il consigliere Calogero Lo Piccolo.
Psicologo sociale, etnopsicologo e psicoterapeuta ad orientamento sistemico-costruzionista. Laureato in Psicologia Sociale presso l’Università di Padova, ha svolto ricerche sul campo in Senegal e Togo, approfondendo i temi delle migrazioni giovanili e dei percorsi identitari in contesto transnazionale. Ha conseguito un dottorato di ricerca (Ph.D.) in Psicologia Clinica, focalizzandosi sul tema della terapia con le coppie e le famiglie miste. Dal 2012 è co-direttore del servizio di etnopsicologia clinica del Centro “Interattivamente” di Padova e supervisore dell’Associazione Italiana Famiglie e Coppie Miste (AIFCOM), attiva nella formazione e nel supporto alle relazioni interculturali e interreligiose. Ha insegnato Psicologia Sociale come professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. È supervisore scientifico per le ONG Vento di Terra e PCRF Italia, con le quali opera da anni nella Striscia di Gaza, in progetti di salute psicosociale rivolti a minori e famiglie in contesti di guerra e trauma. Le sue principali aree di lavoro includono le migrazioni, le dinamiche familiari interculturali e l’intervento clinico in situazioni di vulnerabilità sociale e culturale.
Psicologo specializzato in traumi e violenze sessuali, con formazione in EMDR, SEE FAR CBT e TIR. È co-fondatore/partner e membro del team di formazione e di interventi di emegenza presso l’ONG Humanity Crew, che offre supporto psicologico a rifugiati e persone colpite da crisi. Lavora in clinica privata a Haifa e a Nazareth. È membro di Physicians for Human Rights e ha svolto volontariato a Gaza per oltre 18 anni.