«Corri, Teresa»: è un verbo di movimento a dare l’incipit a “FUTURO ANTERIORE Memoria di uno Sconosciuto”, romanzo d’esordio di Veronica Di Perna – psicologa e consulente in un centro antiviolenza siciliano – edito New Book Edizioni, il 29 Luglio 2020.
Un viaggio sui ‘binari’ del tempo intreccia passato, presente e futuro, tessendo i fili del romanzo a carattere psicologico, che proprio per il suo genere tenta di dare risalto ai processi cognitivi dei protagonisti, instillando nel lettore consapevoli e curiose riflessioni. Un vero e proprio flusso di coscienza.
Un treno perso, vissuto inizialmente come un’occasione mancata, si rivelerà per la protagonista un’impensata possibilità: riscoprire se stessa attraverso l’inaspettato incontro con un anziano sconosciuto che la condurrà, abbandonando resistenze e paure, di fronte ad una ritrovata e sconfinata libertà: la libertà di poter ‘scegliere’ con maggiore consapevolezza la propria ‘direzione’.
Il viaggio di Teresa si realizza in un’unica e intensa giornata contraddistinta da imprevisti e incontri con simbolici e significativi personaggi. L’amore in tutte le sue declinazioni, la saggezza della terza età, la capacità di dare nuova vita e nuova possibilità al passato: preziosi fonti dalle quali attingere l’arte del prendersi cura, di se stessi e degli altri.
Tutto questo porterà la giovane donna a vedere oltre: oltre le proprie presunte certezze, oltre il proprio dolore, oltre le proprie fragilità, oltre l’illusione di avere tutto sotto controllo, per aprirsi al cambiamento, affidarsi all’imprevedibilità, e alla bellezza di ogni nuovo giorno.
Il romanzo si chiude con un finale del tutto inatteso, i binari del tempo cedono il passo all’unico, vero tempo possibile: il tempo trascorso in compagnia di se stessi.
Gran parte dell’opera è caratterizzata dall’intenso scambio con lo sconosciuto, impreziosito da riflessioni e incredibili verità, quasi a voler sfumare i confini tra un dialogo esterno e un dialogo interno, instillando così nel lettore un dubbio: è tutto reale o frutto dell’urgenza di Teresa di affrontare un ‘viaggio’ alla ricerca di sé?
Dal punto di vista stilistico, pur essendo un romanzo d’esordio, l’opera è ben scritta. Il ritmo della narrazione potrebbe sembrare piuttosto lento, probabilmente per la scelta dell’ambientazione. Predomina il discordo diretto e indiretto libero. L’autrice predilige periodi brevi, utilizzando spesso la punteggiatura per enfatizzare una particolare tematica, o per dare risalto a un contenuto importante. Predomina l’uso di proposizioni coordinate che rende la fruizione dell’opera ancora più fluida. Il lessico è semplice, connotato, tuttavia, da alcuni termini e concetti più complessi appartenenti principalmente al gergo psicologico che l’autrice propone al lettore con molta naturalezza, come parti integranti della narrazione. Ciò è reso ancora più tangibile dall’uso della metafora che, grazie alla trasposizione simbolica di immagini e significati, rafforza un concetto rendendone immediata la comprensione e cercando di trasmettere al lettore un messaggio tra le righe. E, di messaggi tra le righe, Veronica Di Perna ha costellato il suo libro, primo fra tutti il fallimento, simbolicamente rappresentato da un treno perso, o l’epilogo del romanzo, metafora di un nuovo inizio, di una nuova ‘alba’ dopo la fine di qualcosa, il ritorno alle origini.
Tanti sono gli aspetti che colpiscono ad un’attenta lettura dell’opera. In primo luogo, la caratterizzazione dei personaggi che svela importanti temi sui quali riflettere come: la violenza di genere, la paura, la perdita, la vergogna, la solitudine, l’impotenza, il bisogno, ma anche l’autorealizzazione, la fiducia, la speranza, l’immaginazione, la curiosità, la creatività, l’intuito. In particolare colpisce la caratterizzazione del personaggio principale, raccontata tra l’apparenza e l’essenza della sua personalità, tra l’apparente perfezione di ogni programma, la vana convinzione di avere il totale controllo sulla propria vita e il vero sé: fragile, debole, disorientato, deluso, indurito dalle difficili prove fin qui affrontate. Un conflitto tra ciò che siamo e ciò che gli altri vedono, un qualcosa che neanche noi conosciamo e che magari attende solo di essere svelato. Ed è proprio in questo momento di smarrimento che succede qualcosa di totalmente inaspettato: un incontro che sovvertirà le sue priorità stravolgendole la vita. Un altro elemento interessante della narrazione è legato all’identità reale o presunta dell’anziano sconosciuto: al lettore viene lasciata la libertà, e con essa il dubbio, di sceglierne le sembianze. Ciò che conta è l’autenticità del loro scambio ricco di una profonda umanità, capace di accogliere l’incertezza, il senso di fallimento, la paura del cambiamento, capace di far luce su ciò che non si riesce a vedere da soli: un ventaglio di alternative. Si può scegliere di leggere un’esperienza negativa da prospettive diverse, cambiandone la connotazione emotiva, la punteggiatura, e così persino il significato. Immersi in circostanze avverse, di fronte ad eventi traumatici, la resilienza è la chiave per poter riemergere, dare nuovo slancio alla propria esistenza, e persino raggiungere mete importanti.
Grazie a questo incontro, Teresa scopre che il passato, pur essendo ‘presente’ dentro di noi, è passato e non si può più cambiare. E’ l’hic et nunc, il solo istante che ci è concesso per: decidere, scegliere, e costruire nuove possibilità. Questo, forse, uno dei messaggi centrali dell’opera che il lettore porta con sé, giunto alla fine del ‘viaggio’.
Il romanzo è una simbolica carezza all’anima, una carezza che cura, dà sollievo, attivando recettori sensoriali da troppo tempo sopiti. Le ferite dell’anima possono essere curate, risanate. Allora il viaggio della giovane donna diventa un po’ il viaggio di ciascuno di noi. «La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di arrivare a se stesso. […] Tutto il resto significa soffermarsi a metà, è un tentativo di fuga, è il ritorno all’ideale della massa, è adattamento e paura del proprio cuore» (Hermann Hesse).
Tra le righe dell’opera il lettore potrebbe anche scorgere una provocazione: preferire la frenesia dell’usa e getta di ciò che non serve più, o dare maggior valore alle cose? Accontentarsi di relazioni effimere, o scegliere l’intimità di un legame forte, profondo e stabile? Fermarsi alle apparenze o guardare oltre, alla sostanza? Ricercare velocemente il nuovo, o riparare con pazienza il vecchio? Semplicemente fare spazio al nuovo, dando il giusto peso al vecchio.
Inoltre, non può passare inosservato il tentativo dell’autrice di valorizzare l’incontro di due generazioni: la giovane età, talvolta talmente chiusa nelle proprie convinzioni da non riuscire a vedere oltre e, la terza età, che si può permettere di insegnare qualcosa, anche se spesso poco valorizzata, e distrattamente dimenticata. E sarà proprio tale incontro a condurre la protagonista di fronte a un bivio, immagine suggerita già dalla copertina. Teresa dovrà affrontare una scelta importante. Scegliere è la libertà che possediamo. Tutta la nostra vita è fatta di scelte: ogni giorno scegliamo qualcuno, qualcosa e ciò inevitabilmente porta ad altre scelte. Alcune di queste potrebbero apparire insignificanti, ma lasceranno presto spazio a quelle capaci di fare la differenza e cambiarla definitivamente, la vita.
Nonostante FUTURO ANTERIORE, abbia molte delle caratteristiche dei romanzi di genere psicologico, le tematiche affrontate – fallimento, incertezza, cambiamento, il dolore e le cicatrici che inevitabilmente ne conseguono, le mille sfaccettature della personalità di Teresa svelate pian piano dal profondo e significativo scambio con l’anziano sconosciuto – rendono l’opera fruibile non solo dagli addetti ai lavori e, perché no, dai loro pazienti, ma anche da tutti coloro che abbiano la sensibilità di guardarsi dentro, il coraggio di mettersi in discussione e il desiderio di intraprendere un viaggio, alla ricerca della propria individuazione, alla ricerca di sé. «Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi» (Marcel Proust).
Futuro anteriore. Memoria di uno Sconosciuto di Veronica Di Perna New-Book Edizioni, Rovereto, 2020