Negli ultimi anni abbiamo assistito a un progressivo invecchiamento della popolazione nei paesi occidentali; in particolare, l’Italia ha la popolazione più vecchia d’Europa con il 22,8% del totale che ha più di 65 anni, a fronte del 20,3% della media dell’Ue (Fonte Il Sole 24 ore, 2019). In questo panorama demografico si inseriscono le patologie età correlate, in primis i disturbi neurocognitivi, che nei soggetti di età superiore ai 65 anni si aggirano a un valore del 5% circa. Questo valore raddoppia approssimativamente ogni 5 anni tra i 65 e gli 85 anni di età, arrivando al 40% tra gli 85 e 89 anni. L’attuale aspettativa di vita di più di 80 anni per i maschi e di quasi 86 per le donne, indica come gli ultraottantenni rappresentano una quota rilevante e in crescita numerica e percentuale della popolazione degli ultra 65enni italiani. La letteratura scientifica, inoltre, indica che nel 90% delle persone affette da demenza compaiono disturbi comportamentali (BPSD) che ne accelerano il declino funzionale e costituiscono una delle maggiori fonti di distress per i caregivers.
Dai dati di Eurostat si ricava che in Italia vi sono quasi 4 milioni di ultraottantenni, il 6,5% della popolazione, contro una media europea del 5,3%. Vi è quindi un “invecchiamento dei vecchi” che condiziona e condizionerà sempre più una crescita numerica dei non autosufficienti. Secondo dati ISTAT riferiti al 2013, le persone con limitazioni funzionali rappresentano il 19,8% degli ultra 65enni ma ben il 43,3% degli ultra 80enni, mentre d’altro canto il rapporto con la popolazione giovane attiva è in costante diminuzione. Ci si rende conto facilmente, di fronte a questi numeri, come le risposte tradizionali vadano in crisi con costi sociali non riproponibili: questo riguarda non solo le pensioni, ma anche il ruolo della famiglia e degli enti assistenziali e di cura, specialmente pubblici. I disturbi neurocognitivi rappresentano una delle maggiori cause di disabilità nella popolazione e questo ha spinto le istituzioni a riorganizzare i servizi rivolti alla popolazione anziana, integrando offerta sanitaria e supporto sociale nell’ottica di una maggiore efficacia delle cure.
Il Progetto del Centro territoriale di Psicogeriatria è stato avviato il 01 dicembre 2017 con l’obiettivo di attivare nell’area della cronicità/fragilità un polo focalizzato sulla prevenzione ed il trattamento dei disturbi mentali della persona anziana, al fine di arginare la perdita delle autonomie e consentire la permanenza del paziente nel proprio ambiente di vita.
L’attività del CTP consiste principalmente nella diagnosi e nel trattamento degli anziani con disturbi cognitivi e/o psichiatrici e fornisce ai pazienti, alle loro famiglie e care givers una presa in carico globale, in cui la terapia farmacologica è integrata e potenziata da interventi di riabilitazione cognitiva e dal supporto psicosociale al paziente ed ai caregivers. L’aspetto centrale dell’approccio teorico-operativo dell’equipe del CTP è che la demenza sia una “patologia familiare” che impatta gravemente sull’ambiente del malato, destabilizzandolo sia da un punto di vista concreto/gestionale, sia da un punto di vista emotivo. Per questo motivo, il sostegno ed il counseling ai care givers costituiscono il perno intorno al quale viene progettata l’intera cura. Attraverso incontri individuali e di gruppo svolti a cadenza regolare, le famiglie vengono coinvolte attivamente nella gestione della malattia e supportate nell’elaborazione ed accettazione dei vissuti di angoscia, rabbia e depressione connessi alla sintomatologia, soprattutto ai sintomi comportamentali.
L’equipe è composta dal medico psichiatra dott. Gian Placido De Luca, dalla psicologa d.ssa Annalisa Vezzosi, dall’assistente sociale d.ssa Federica Montagno e da 2 terapiste della riabilitazione psichiatrica d.sse Flavina Cucinotta e Angela Scafidi.
Il Centro è collocato presso il CSM Messina nord (con gli operatori del quale lavora a stretto contatto) e si rivolge agli ultra-sessantacinquenni residenti sul territorio di Messina e dei comuni limitrofi ed effettua sia attività ambulatoriale sia domiciliare; i servizi domiciliari, che rientrano nel più ampio processo di trasferimento dell’offerta sanitaria dall’Ospedale al Territorio per l’umanizzazione delle cure, rappresentano un unicum nel panorama messinese e sono pertanto molto richiesti dalle famiglie e dalle altre istituzioni sanitarie. Il servizio, essendo inserito all’interno del CSM, è ad accesso libero e viene garantita un’apertura al pubblico di cinque giorni settimanali.
In quasi tre anni di attività, il CTP ha erogato circa 6600 prestazioni specialistiche, con una media di circa 200 interventi al mese. Il numero di pazienti in carico è al 31 agosto 2020 di 742 persone, di cui 275 sono nuovi utenti (persone non già in carico al CSM), che incidono per un 37,6% sul totale, segno di una richiesta sempre crescente da parte della popolazione e delle Istituzioni del territorio (Giudiziarie, Sociali, Sanitarie).
Alla luce di questi risultati, la Direzione Generale ha deciso di investire sul progetto della Psicogeriatria, inserendo il CTP nell’Atto Aziendale, allo scopo di stabilizzare il Servizio e garantire e potenziare la continuità assistenziale ai pazienti ed ai loro familiari.
Nel recente periodo di emergenza COVID 19, in accordo con le linee guida adottate in tutto il territorio nazionale, il Centro ha continuato le proprie attività in modo da tutelare il più possibile la continuità terapeutica, garantendo ai pazienti e alle loro famiglie un rapporto costante con l’equipe attraverso il telefono e la posta elettronica. I trattamenti in corso sono stati preservati attraverso interventi psicologici e riabilitativi da remoto (telefonate e Skype) allo scopo di minimizzare, per quanto possibile, gli effetti negativi del lockdown e dell’alterazione dei ritmi quotidiani, dal momento che gli anziani con decadimento cognitivo rappresentano una popolazione particolarmente vulnerabile dal punto di vista psicologico. A questo proposito, l’equipe del CTP ha partecipato ad uno studio nazionale multicentrico promosso dal Gruppo di studio COVID e demenza della Sin Dem (facente capo alla Società italiana di Neurologia) sugli effetti della quarantena sui pazienti con demenza e sui loro caregivers: i risultati sono in corso di pubblicazione ed indicano un generale peggioramento delle funzioni cognitive e dei disturbi comportamentali nei pazienti e un aumentato livello di distress nei loro caregivers.
In ultimo, tra le attività del Centro di Psicogeriatria rientrano iniziative di prevenzione primaria e secondaria. Queste attività hanno lo scopo di favorire e integrare le diverse attività del Servizio (prevenzione, riabilitazione, socializzazione, supporto) e si svolgono in sinergia con le altre agenzie del territorio, nell’ottica dell’implementazione del lavoro di rete (collaborazione con altri Servizi e Enti territoriali anche non sanitari e con l’AriAd – Associazione dei familiari pazienti Alzheimer). A questo proposito citiamo come esempio l’evento “Musicalmente..insieme”, svolto il 22 febbraio 2020, una matinée di musica e canto organizzata dal CTP insieme al CSM, all’Ente Teatro Vittorio Emanuele ed al Conservatorio di Messina, in cui pazienti, familiari ed operatori hanno sperimentato la possibilità di condividere la magia del teatro e le emozioni della musica.
In questa scia dell’incontro con altre discipline, in data 4 luglio 2020, la psicologa dell’equipe ha effettuato un intervento sull’intreccio fra memoria individuale e collettiva presso il Centro Diurno Camelot durante una giornata organizzata dal DSM e dal FAI per la promozione della memoria e dei luoghi storici del territorio (la Cripta del Duomo di Messina).
Non vi è dubbio sul fatto che la malattia di Alzheimer e le demenze in generale rappresentino una delle principali sfide per i sistemi sanitari e sociali dei paesi definiti in passato “avanzati”. La dimensione epidemiologica del fenomeno e le linee di tendenza che vanno verso un progressivo aumento della prevalenza delle diverse forme di demenza, unite all’impatto che tali condizioni esercitano sul paziente e sul nucleo sociale di riferimento, impongono che tutti i sistemi sociali e sanitari debbano elaborare strategie per erogare servizi sostenibili ed efficaci.
L’attività del Centro Territoriale di Psicogeriatria si inserisce pertanto a pieno titolo nelle linee guida contemporanea di trattamento e cura delle persone con demenza, secondo cui ogni Servizio di cura deve imparare a costruire un proprio itinerario che sia il più efficace possibile per i fruitori, navigando tra mille diverse indicazioni, ostacoli, supporti dati o negati. Concludiamo citando a questo proposito le parole di Borri (2012): “Alzheimer non fu solo un eminente istopatologo, non fu solo l’uomo del laboratorio. Già all’inizio del suo lavoro come medico assimilò quel pensiero e quella prassi della psichiatria attenta all’individuo e alle sue sofferenze”.
BIBLIOGRAFIA
Guaita A., Trabucchi M., (a cura di) LE DEMENZE. LA CURA E LE CURE Volume promosso dall’IRCCS-INRCA per il Network nazionale per l’invecchiamento, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2016.
NNA Network Non Autosufficienza (a cura di), L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN ITALIA 6° Rapporto 2017/2018 Il tempo delle risposte Rapporto promosso dalla Fondazione Cenci Gallingani, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2017.