La vita di chi resta: l’elaborazione del lutto durante la pandemia da SARS-CoV-2
Esperienze di ricerca | Novembre 2025
Autori: Angela Orsina - Massimo Ingrassia

Abstract

Obiettivo dello studio era indagare la relazione tra mancanza di ritualità funebre, imposta dalle restrizioni della pandemia di COVID-19, e l’elaborazione incompleta o patologica del lutto. I riti funebri rappresentano strumenti fondamentali per favorire l’elaborazione del distacco; la loro assenza ha generato conseguenze psicologiche e sociali. Lo studio è articolato in tre fasi: questionario alla popolazione generale per esplorare gli atteggiamenti verso la morte, i vissuti di perdita e la percezione della ritualità; interviste a psicoterapeuti per indagare la gestione dei lutti complicati; interviste a operatori funebri per raccogliere le loro prospettive professionali durante l’emergenza. I risultati evidenziano un aumento del timore di perdere i propri cari, concretizzatosi per il 34,4% dei partecipanti in un lutto da COVID-19, con il 32,2% dei decessi in ospedale e il 24% senza riti tradizionali. L’impossibilità di celebrare i riti ha generato disagio, prolungato l’elaborazione del lutto e aumentato il rischio di lutto complicato. Psicoterapeuti e operatori hanno segnalato rispettivamente l’incremento di lutti complessi e del carico emotivo e simbolico. Il campione ha criticato la scarsa attenzione istituzionale alla salute mentale. I dati confermano la rilevanza della ritualità funebre e dell’accompagnamento psicologico, soprattutto in contesti emergenziali.

Background

In ambito psicoanalitico, Freud (1915) descrive il lutto come esperienza complessa, in cui l’individuo riconosce la perdita, elabora il dolore e reinveste le proprie energie vitali. Modelli successivi, come quelli di Kübler-Ross (1969) e Stroebe e Schut (1999), evidenziano fasi emotive e alternanza tra orientamento alla perdita e ricostruzione della vita quotidiana. Il DSM-5-TR (APA, 2022) definisce il Disturbo da lutto persistente e complicato, sottolineando l’importanza di un approccio bio-psico-sociale integrato. I rituali funebri offrono uno spazio simbolico e collettivo per riconoscere la perdita, condividere il dolore e ristabilire legami comunitari. La loro sospensione, come accaduto durante la pandemia, rappresenta un fattore di rischio per il lutto complicato, privando le persone di strumenti di sostegno emotivo e sociale. Le restrizioni sui riti funebri hanno generato disorientamento, isolamento e senso di negazione, accentuando sofferenza e ansia collettiva (Eisma et al., 2020). La diffusione del virus ha intensificato la percezione della finitezza e della vulnerabilità, producendo spaesamento, paura e solitudine, amplificati dal silenzio delle morti solitarie e dalla spettacolarizzazione mediatica del dolore (Testoni et al., 2021). In contesti come questo, il lutto diventa un fenomeno sociale e culturale. Appare dunque urgente riflettere sul ruolo della ritualità e del supporto psicologico nella cura del dolore.

Metodologia

Lo studio ha coinvolto tre gruppi di partecipanti: 305 soggetti appartenenti alla popolazione generale, 7 operatori funebri e 10 psicoterapeuti. Il primo gruppo ha compilato online un questionario comprendente il Mental Health Continuum-Short Form (MHC-SF), la Intolerance of Uncertainty Scale (IUS-12) e un questionario ad hoc volto a esplorare credenze sulla morte, impatto della pandemia, modalità di elaborazione del lutto e ruolo della psicoterapia. I gruppi professionali hanno invece partecipato a interviste semi-strutturate finalizzate a indagare la percezione della morte, il significato e l’assenza dei riti funebri durante la pandemia, le ripercussioni psicologiche osservate e le modalità con cui, nei rispettivi ruoli, hanno risposto a tale emergenza.

Risultati

I dati mostrano un generale distacco culturale dalla morte: il 41,2% dei partecipanti la percepisce come lontana dalla propria vita (“per nulla”, “poco vicina”). Parallelamente, oltre il 60% attribuisce un’elevata importanza alla ritualità funebre, riconoscendola come elemento fondamentale per considerare la morte parte della vita. Tra i riti, le preghiere risultano le più significative, mentre la vestizione del defunto è percepita come meno rilevante, pur con un apprezzamento diffuso per l’insieme dei rituali.
Durante la pandemia, le emozioni, inizialmente dominate da paura e ansia (51,5%), hanno progressivamente lasciato spazio a rabbia e preoccupazione, con una riduzione del 20% dei sentimenti di fiducia e tranquillità. Il 34,4% dei partecipanti ha perso un congiunto a causa del COVID-19, prevalentemente in ospedale (32,2%), e in circa il 24% dei casi non è stato possibile svolgere i rituali tradizionali, generando disagio, senso di colpa e lutto incompleto. Tra coloro che hanno subito una perdita, il 10,4% ha superato il lutto entro sei mesi, il 5,4% dopo più di un anno e l’11,1% non l’aveva ancora elaborato, indicando ciò un rischio elevato di lutto complicato.
Dal punto di vista quantitativo, i punteggi complessivi di benessere misurati tramite il MHC-SF mostrano valori medi indicativi di una condizione intermedia tra flourishing e languishing (M = 43.48, DS = 10.48), mentre i valori di intolleranza per l’incertezza misurati con l’IUS-12 evidenziano livelli moderati (M = 35.66, DS = 10.05). Le correlazioni rilevate indicano che un atteggiamento positivo verso la morte si associa a punteggi più elevati di benessere psicologico (r = 0.70, p <.01) e sociale (r = 0.58, p <.01), mentre pensieri ricorrenti sulla propria morte durante la pandemia correlano con un aumento dell’intolleranza per l’incertezza (r = -0.29, p <.01).
Questi dati quantitativi supportano le osservazioni qualitative: chi mostra maggiore benessere tende ad affrontare la morte con atteggiamenti più positivi, mentre chi manifesta intolleranza per l’incertezza è più sensibile a preoccupazioni e ansia legate alla pandemia e alla perdita.
Le interviste hanno evidenziato prospettive complementari: gli operatori funebri enfatizzano il valore dei riti e del simbolismo, mentre gli psicoterapeuti sottolineano l’importanza della relazione terapeutica, dell’ascolto empatico e delle strategie di resilienza. Dall’analisi testuale sono emerse quattro aree principali: elaborazione del lutto, valore dei riti, relazione terapeutica e resilienza, confermando l’importanza sia della ritualità sia del supporto psicologico nell’affrontare la perdita. Queste dimensioni si intrecciano: da un lato, il rito negato lascia un vuoto culturale e affettivo; dall’altro, la relazione empatica può contribuire a lenire il dolore e a promuovere resilienza.

Discussione

La pandemia ha spezzato la continuità dei riti funebri, privando molte persone della possibilità di accompagnare i propri cari attraverso gesti simbolici condivisi. Questo vuoto non è stato soltanto una mancanza formale: ha generato disorientamento, senso di colpa, solitudine e dolore prolungato, rendendo l’elaborazione della perdita un percorso più complesso e fragile. Molti si sono trovati a fare i conti con un lutto incompleto, senza la possibilità di dire addio secondo le pratiche rituali che, da sempre, aiutano a dare senso alla morte e a reintegrare chi resta nella comunità.
Le correlazioni tra atteggiamenti verso la morte e benessere psicologico confermano l’importanza della rappresentazione della finitezza nella regolazione emotiva e nel coping (Yalom, 2008). La sofferenza dei partecipanti è stata accentuata dalla mancanza di ritualità e dalla scarsa attenzione alla dimensione psicologica del lutto. La relazione terapeutica emerge come risorsa fondamentale: ascolto empatico, supporto psicologico e condivisione emotiva mitigano l’impatto traumatico e favoriscono strategie di resilienza. Preservare la ritualità simbolica non è solo una questione culturale, ma una necessità affettiva e psicologica. Allo stesso tempo, occorre rafforzare le risposte istituzionali in ambito psicologico, offrendo supporto immediato e sostenendo la costruzione di significato nelle esperienze di lutto traumatico. La perdita del rito durante la pandemia ha messo in evidenza quanto la morte non sia mai un evento solo individuale: colpisce le reti sociali, mette alla prova le risorse emotive e sfida le istituzioni a rispondere in maniera sensibile e competente. La combinazione tra ritualità simbolica e sostegno psicologico emerge come fattore chiave per trasformare il dolore in esperienza di elaborazione, memoria e resilienza, riconoscendo al contempo la profondità umana della sofferenza e l’importanza della cura reciproca.

Conclusioni

La pandemia ha agito da “stress test” per i processi di elaborazione del lutto, evidenziando la vulnerabilità psicologica in assenza di riferimenti culturali e rituali. La sospensione dei riti ha amplificato il dolore e aumentato il rischio di lutto complicato, ma le narrazioni dei professionisti mostrano che il supporto relazionale, l’empatia e l’ascolto favoriscono strategie di resilienza. Tutelare la ritualità simbolica e rafforzare le risposte istituzionali in ambito psicologico significa riconoscere la necessità di accompagnare chi resta attraverso la perdita non solo sul piano individuale, ma anche su quello collettivo e culturale.

Bibliografia

American Psychiatric Association. (2022). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed., text rev.; DSM-5-TR). American Psychiatric Publishing (ed. it. 2023).
Eisma, M. C., Boelen, P. A., & Lenferink, L. I. M. (2020). Prolonged grief disorder following the coronavirus (COVID-19) pandemic. Psychiatry Research, 288, 113031.
Freud, S. (1915). Lutto e melanconia [Trauer und Melancholie]. In Opere di Sigmund Freud (vol. 8). Torino: Bollati Boringhieri.
Kübler-Ross, E. (1969). On death and dying. Macmillan.
Stroebe, M., & Schut, H. (1999). The dual process model of coping with bereavement: Rationale and description. Death Studies, 23(3), 197–224.
Testoni, I., Azzola, C., Tribbia, N., Biancalani, G., Iacona, E., & Orkibi, H. (2021). Mourning and management of the COVID-19 pandemic in Italy: A narrative review. OMEGA – Journal of Death and Dying, 84(1), 274–302.
Yalom, I. D. (2008). Staring at the sun: Overcoming the terror of death. Jossey-Bass.

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