Dall’uso all’abuso di sostanze: cause, effetti, possibili rimedi
Autore: Simona Alessandrà

Con il termine “dipendenza” si intende un’alterazione del comportamento che si caratterizza per la ricerca anomala ed eccessiva di sostanze che si mantiene nonostante l’evidenza che queste siano dannose.

Il concetto di dipendenza, infatti, nasce in relazione all’utilizzo di sostanze anche se si è poi esteso alle dipendenze comportamentali; sempre più spesso si sente parlare di “New Addictions”, ovvero delle dipendenze senza sostanze (gioco d’azzardo, uso incontrollato dei social, ecc.).

Il disturbo da uso di sostanze è caratterizzato da un desiderio continuo di una sostanza e dall’incapacità di smettere di utilizzarla nonostante causi problemi fisici e psicologici. La dipendenza è una malattia potente e complessa, da qui la necessità di intraprendere un percorso di supporto ed aiuto.

Esistono diversi tipi di dipendenza, tra le più diffuse si annoverano: sostanze stupefacenti (eroina, cocaina, ma anche cannabinoidi e oppiacei); farmaci, soprattutto antidolorifici, antidepressivi, ansiolitici o sonniferi; fumo di sigaretta.

Come ogni altra forma di dipendenze, anche la Dipendenza da Sostanze segue tre fasi distinte:

  • Tolleranza: ovvero il bisogno di dosi notevolmente più elevate della sostanza per raggiungere l’effetto desiderato, l’effetto è notevolmente diminuito con l’uso continuativo della stessa quantità della sostanza;
  • Astinenza: la stessa sostanza è assunta per attenuare o evitare i sintomi di astinenza che si presentano come tremori, nausea, ipersudorazione, agitazione psicomotoria, allucinazioni, iperattività del sistema nervoso autonomo, ansia;
  • Craving: una grande quantità di tempo viene spesa in attività necessarie a procurarsi la sostanza, ad assumerla o a riprendersi dai suoi effetti. In questa fase, avviene l’interruzione o la riduzione di importanti attività sociali, lavorative o ricreative dovute all’abuso della sostanza.

Una volta innestato il meccanismo della dipendenza, la persona fa uso continuo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un problema grave, di natura fisica o psicologica, causato o esacerbato dalla sostanza.

Vi sono tre aspetti strettamente psicologici collegati all’abuso di sostanze:

  • Ossessività: la persona è assorbita da pensieri e immagini continui riguardanti la dipendenza o le ideazioni relative alla dipendenza. Questi pensieri e le immagini prodotte dalla mente sono intrusivi, provocano tensione ed eccitazione inappropriate e causano ansia o disagio marcati;
  • Impulsività: il soggetto prova irrequietezza, ansia, aggressività, irritabilità o agitazione quando non è possibile utilizzare la sostanza;
  • Compulsività: comportamenti di consumo ripetitivi che la persona si sente obbligata a mettere in atto, anche contro la sua stessa volontà, nonostante le possibili conseguenze negative.

Vediamo alcune conseguenze della dipendenza da sostanze stupefacenti.

Nel caso di sostanze stupefacenti, conseguenze dirette possono verificarsi sul sistema nervoso centrale; la cocaina è una sostanza estremamente neurotossica che, a lungo termine, può portare non solo a deficit cognitivi, ma anche a veri e propri quadri di demenza o Parkinson; l’eroina è paradossalmente meno dannosa a livello neurobiologico, ma ciò non toglie la gravità rappresentata dalla ricerca ossessivo-compulsiva della sostanza. Tutto passa in secondo piano in favore di questa dipendenza, a discapito dei rapporti umani, degli affetti e della propria professione.

Medesimo discorso è applicabile anche all’abuso di farmaci, in particolare in questi ultimi anni stiamo osservando una vera e propria epidemia di uso di farmaci oppioidi, che vengono inizialmente prescritti come antidolorifici, ma che poi creando dipendenza vengono assunti continuativamente da persone che non hanno nessuna idea di cosa si tratti.

Non bisogna mai trascurare il fatto che tutte le sostanze stupefacenti causano gravi conseguenze sulla salute mentale: ansia, depressione, schizofrenia, apatia, paranoia, disturbi bipolari e della personalità.

Dal punto di vista fisico gli effetti delle droghe sono: danni al sistema nervoso centrale, convulsioni, danni irreversibili alla memoria, infertilità, impotenza, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, lesioni polmonari, lacerazioni epiteliali e venose, overdose e talvolta morte.

Tra le sostanze stupefacenti è inclusa la Nicotina, che, se pur di uso comune, ha seri effetti collaterali sul sistema cardio-circolatorio e respiratorio della persona. Essa crea dipendenza psicologica e, nel caso di sospensione del fumo abituale, può creare sintomi di astinenza.

Non sono ben noti tutti i meccanismi che nel nostro cervello sottendono alle dipendenze, però sappiamo che esiste un’area cerebrale, chiamata corteccia cingolata anteriore, deputata alla motivazione e al rinforzo del comportamento, che nel momento in cui scatta la dipendenza viene iperstimolata, portando alla continua e spasmodica ricerca di quella determinata sostanza o determinato comportamento.

Alcune persone sono geneticamente predisposte allo sviluppo di dipendenze. Si può parlare proprio di una genetica delle dipendenze che può trasmettersi di generazione in generazione. È chiaro, però, che contribuiscono ampiamente allo sviluppo di dipendenze anche altri fattori – sociali, culturali e psicologici – da non sottovalutare.

Per poter riconoscere e diagnosticare la dipendenza da sostanze, l’indagine è clinica e si basa solo sull’analisi di alcuni comportamenti ripetuti che portano poi alla dipendenza.

Una volta riconosciuta e diagnosticata la dipendenza, occorre rivolgersi ad uno specialista capace di fornire un aiuto concreto. Il primo step fondamentale, per il paziente è decidere di uscirne una volta per tutte. A questo proposito, diversi sono gli approcci di trattamento per le dipendenze: questi possono spaziare dalle terapie farmacologiche, ai percorsi psicologici con professionisti, così come all’innovativo approccio biologico tramite la stimolazione magnetica transcranica che, grazie a un campo magnetico che penetra nel cervello, stimola alcune aree cerebrali.

Un nuovo approccio, la Mindfulness, integrato alla psicoterapia cognitivo comportamentale, sta avendo successo nel trattamento della Dipendenza da Sostanze e in particolare nella prevenzione delle ricadute.

Trattare una dipendenza significa aiutare l’individuo a interrompere l’assunzione della sostanza, evitando che si verifichino ricadute, a recuperare il proprio ruolo fuori e dentro casa. Esistono diversi approcci evidence based per il trattamento delle dipendenze, raggruppabili nelle macrocategorie delle psicoterapie e del trattamento farmacologico: a seconda dei casi, verrà prescelta una delle due forme di trattamento, oppure una combinazione di entrambi.

La terapia farmacologica viene usata, prevalentemente, per gestire i sintomi dell’astinenza e prevenire le ricadute. In primo luogo, quindi, i farmaci aiutano a eliminare i sintomi dolorosi che si manifestano durante la disassuefazione e a evitare che si ricominci ad assumere la sostanza: questo non costituisce, in sé, il trattamento, ma rappresenta un primo passo indispensabile per il cambiamento. Tra le psicoterapie utilizzate per il trattamento della dipendenza da sostanze, in particolare la Terapia Cognitivo Comportamentale, l’Approccio Motivazionale e la Terapia Dialettico Comportamentale si sono dimostrate tra le più efficaci nel raggiungimento dei risultati e nella prevenzione delle ricadute.

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